Il racconto della Casa Grotta
Ad un anno di distanza da “La Lucania a piedi dallo Jonio al Tirreno”, esce il secondo libro di Nicola D’Imperio. Un libro solo apparentemente lontano, in quanto a tematiche e sviluppo, dal precedente: in realtà in “Sassi di Matera: il racconto della Casa Grotta” presenta numerosi elementi di continuità con l’esordio letterario di D’Imperio – pensiamo allo sfondo della terra di Lucania, con la sua storia e la sua magia, oppure al racconto antico – tramandato dai cantori popolari, gli “Aedi” della tradizione greca – le cui tracce arrivano fino ai giorni nostri, e, ancora, alla poesia.
“Il racconto della Casa Grotta” è un romanzo storico che si svolge nei tempi immediatamente successivi all’Unità d’Italia, ed ha come scenario la Matera antica dei Sassi e l’Appennino Lucano. Matera, rappresentata nella prima e nell’ultima parte della narrazione, è un luogo immobile da quattro secoli, cristallizzato nella vita, nei costumi, nei mestieri e negli oggetti, che arricchiscono il libro con una vasta e inedita iconografia, ritratta da una casa grotta restaurata nei Sassi.
Nella parte centrale del racconto l’ambiente diventa quello dell’entroterra appenninico, dove persistevano alcune sacche di un brigantaggio che aveva ormai perso ogni connotazione politica di resistenza all’invasore piemontese: dallo spirito del 1861 esso era diventato fenomeno di banditismo vero e proprio che, fin dai tempi dei Romani, altro non era se non la spia di miseria e di ingiustizie sociali, ecco quindi che il brigante assurgeva al ruolo di giustiziere del popolo, che dava ai poveri ciò che toglieva ai ricchi.
Ai primi del Novecento, però, queste figure erano ormai scomparse del tutto: questo racconto d’azione e d’amore – come le storie del primo libro dell’autore – è popolato, oltre che da briganti con barbe e capelli fluenti, da brigantesse, Guardie Nazionali, gendarmi, preti, monache, contadini, pastori, fornai, prefiche, maghe, fattucchiere, folletti, cavalli, muli, maiali, pecore, cani – e da oggetti, utensili e arredi usati da questo popolo per secoli, sin quasi ai giorni nostri, che rivestivano un ruolo essenziale nello scandire le attività, le giornate, gli anni, il tempo – e che davano un senso ed un significato all’esistenza.