Tra i mali più comuni della società moderna è sicuramente riconosciuta l’obesità.
Non tutti sanno che questa, oltre a causare problemi cardiocircolatori, metabolici e osteoarticolari, può essere responsabile anche, se pur indirettamente, del cancro dell’esofago. Si sta focalizzando sempre più l’attenzione tra quattro patologie che sono sicuramente collegate tra di loro: l’obesità, il reflusso gastro-esofageo, l’esofago di Barrett e il cancro dell’esofago.
L’aumento del grasso all’interno dell’addome comporta un aumento di pressione addominale, questa determina un rilassamento del cardias (una valvola posta tra l’esofago e lo stomaco che impedisce che il contenuto gastrico vada in alto verso l’esofago). Nello stomaco è presente dell’acido cloridrico, che refluendo in alto, determina una patologia che viene definita GERD (malattia da reflusso gastroesofageo), Questa a sua volta è il presupposto per l’instaurarsi dell’esofago di Barrett, che consiste nella migrazione della mucosa dello stomaco verso il tratto inferiore dell’esofago. Questa mucosa anomala può subire alcune trasformazioni cellulari sino alla displasia che è il terreno per lo sviluppo di cellule carcinomatose che danno inizio al cancro dell’esofago.
Questo tumore è un adenocarcinoma perché nasce dalle cellule della mucosa gastrica e non da quelle dell’esofago (carcinoma spinocellulare) e spesso si diffonde in basso verso lo stomaco, oltre che in alto verso l’esofago. Per cui molti cancri localizzati alla parte alta dello stomaco possono avere questa origine. Esistono tuttavia altri fattori genetici e metabolici che possono sommarsi come ulteriori fattori di rischio.
Appare pertanto evidente come una corretta alimentazione, insieme ad una regolare e corretta attività fisica, siano indispensabili per prevenire l’obesità, che sta diventando una vera piaga sociale, e quindi anche per prevenire le ben note patologie cardiache, circolatorie, metaboliche e osteo-articolari, e, infine, cosa meno nota ai più, il cancro dell’esofago e della parte alta dello stomaco.
Nicola D’Imperio